A metà Marzo ho partecipato ad un viaggio-studio organizzato da "donne impresa" della Coldiretti per conoscere altre realtà agricole femminili e per visitare aziende che hanno cercato di innovare la propria attività per sopravvivere a questa crisi che sembra non finire mai.
Con noi c'erano anche Delia Revelli la Presidente della federazione regionale e Silvia Viazzi responsabile di donne impresa Cuneo e l'efficientissima "guida" Laura Occelli, coordinatrice provinciale.
E' stato un viaggio davvero molto piacevole, io amo viaggiare e spesso lo faccio anche da sola, ma per una volta trovarsi tutto bello organizzato devo dire che è stato rilassante.
Tra le realtà visitate ci sono state: l’azienda agricola Valleri, che nasce nel 1993 con l'intento di sfruttare il terreno devastato da un'inondazione salina che ha distrutto i frutteti iniziando la coltivazione di ortaggi. Negli ultimi anni sono stati tra i promotori dell’iniziativa km 0 e hanno creato una linea di prodotti freschi confezionati (IV gamma) contrassegnati con il marchio del “Parco turistico di Cavallino Treporti” denominati “Prodotti del Parco”. L'azienda Alex Vantini che è specializzata nella produzione, conservazione, lavorazione e commercializzazione del kiwi e controlla direttamente tutte le fasi della filiera, grazie alle contenute dimensioni aziendali. Anche loro, dopo un boom economico e di grandi esportazioni all'estero, si stanno nuovamente rivolgendo al mercato locale per creare clienti fidelizzati e vicini. Hanno così iniziato una diversificazione delle colture inserendo molte orticole e aperto un punto vendita in collaborazione con una startup di e-commerce per la consegna a domicilio delle cassettine di verdura.
Come non ringraziare i vari agriturismi in cui siamo state, ognuno con il suo stile, ognuno con qualcosa di vero da raccontare come l’agriturismo “La Cascina” di Diego Scaramuzza, Presidente Nazionale di Terranostra che ha saputo valorizzare le verdure del loro orto con piatti da chef o meglio agri-chef raffinati e molto fantasiosi.
La sensazione generale che ho avuto del viaggio è un pò spaccata in due, da una parte si sente la grande sofferenza per l'insensato peso burocratico che non permette alle aziende, anche alle più volenterose, di spiccare il volo, come la micro azienda di Michele che fa parte del Consorzio del Carciofo violetto di Sant'Erasmo in un meraviglioso paesaggio lagunare quasi fuori dal tempo e dal mondo, che ha dovuto subire la modifica di alcune paratie che servono a gestire le maree della laguna e che sono sempre state in legno, ma essendoci dei fondi lo stato ha deciso di mettere delle costose paratie in ferro, salvo poi infischiarsene della manutenzione costosissima perchè gli stessi fondi sono finiti, se le avessero lasciate di legno la manutenzione sarebbe stata molto più semplice.
Questo è un esempio ma di contraddizioni e sprechi ne sentiamo tutti i giorni.
D'altra parte però si vede anche la costanza e la volontà di queste piccole realtà di costruirsi un'identità ben riconoscibile, forse l'unico modo per sopravvivere, insieme al km 0. Questo sembra proprio essere un futuro percorribile, dopo la ricerca della globalizzazione si ritorna al contatto diretto tra produttore e consumatore locale, uno scambio in cui ci guadagnano tutte e due le parti, il produttore viene pagato in modo più sostenibile e il consumatore riceve prodotti freschissimi, che sa da dove provengono e come sono coltivati, speriamo in un futuro poco alla volta strappato alle grandi multinazionali!
Un saluto alle simpatiche e vivaci donne imprenditrici agricole che ho avuto occasione di conoscere, con le loro aziende interessanti e innovative, perchè si sa, l'innovazione spesso parte proprio dalle donne.