bruco macaone

Stavo facendo scorrere distrattamente la Home di Facebook, quando scorgo un post che suona così: “A tutti coloro che hanno un orto: se trovate questo bruco (macaone) avvisatemi… vengo a prenderlo! Mi seve per un progetto didattico a scuola. Io e i miei alunni ne avremo cura. Diventerà una farfalla bellissima e verrà poi liberata in natura. Grazie!” con annessa l’immagine di un bruco dall’aspetto rotondo e soffice, che presentava dei colori meravigliosi: verde fluo, arancio evidenziatore, nero e bianco.

Che tenero questo bruco! E io ho pensato immediatamente al fatto che ne avevo visti parecchi nel nostro orto di questi bruchi, soprattutto attaccati ai giovani steli di finocchio. Così mi consulto con Viviana per chiederle se potessimo esserle d’aiuto e, datomi il consenso, un giorno in cui eravamo all’orto a fare dei lavoretti, ne ho visto uno. Ero felicissima, come se avessi trovato un tesoro. L’ho raccolto e messo in una bottiglia di plastica con alcuni rametti di finocchio, praticando dei buchi nella plastica in modo che respirasse. Ma ecco che senza neanche farlo apposta ne vedo un altro, e un altro ancora… alla fine ne ho raccolti sei! Ero contenta perché noi come azienda agricola, ovviamente, non amiamo il fatto che le nostre verdure vengano mangiucchiate dai bruchi, perciò quando li vediamo, li allontaniamo a mano uno per uno... ma questa mi sembra un’ottima soluzione per fare del bene ad entrambi (ai bruchi e al nostro orto), oltre al fatto che in questo progetto vengono coinvolti i bambini che riescono così a fare esperienza della natura; sono cose che li plasmeranno e che in qualche modo faranno sviluppare un forte legame di rispetto con tutti gli esseri viventi e non solo con i bruchi. Mi sono quindi messa d’accordo con la maestra per portarglieli quella sera stessa. La maestra si chiama Stefania Grecu e insegna alla Scuola primaria Rita Levi Montalcini di Bra (in gergo braidese, si tratta delle “Maschili”). Incontrandola ho subito notato il suo viso solare e dolce, pieno di vita. Con sua sorpresa le ho consegnato il gruppetto di ben sei bruchi, ero sicura che fossero in buone mani. Lei non se li aspettava (in realtà le avevo detto che erano due, poi ne ho trovati altri) avendone però molti di più ha potuto suddividerli nelle sue due classi insieme ad altri che aveva già portato a scuola. Qualche giorno dopo mi aggiorna sul fatto che tutti i bruchi erano diventate crisalidi, un processo davvero misterioso e affascinante di questi insetti. E io mi domando sempre la stessa cosa: come fa il bruco a sapere che si deve chiudere in una crisalide? Forti istinti, credo. Comunque questa fase durerà parecchi mesi, fino alla prossima primavera, quando nasceranno delle bellissime farfalle. Buona trasformazione, piccoli bruchi, non vediamo l’ora di ammirare le vostre ali variopinte!